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Il ruolo fondamentale della mente nella guarigione

Aggiornamento: 19 nov

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(Di Patrizia Coffaro)


Una delle lezioni più importanti che si imparano affrontando problemi di salute è che la guarigione non è lineare. Ci sono giorni in cui si sente di fare passi avanti e altri in cui sembra di regredire. Accettare questo processo e mantenere una mentalità resiliente è fondamentale. Il corpo umano è straordinario nella sua capacità di rigenerarsi. Il fegato si rinnova in pochi mesi, il rivestimento intestinale si ricrea ogni due settimane e persino il cervello è in grado di creare nuove connessioni neurali. Il nostro compito è supportare questo processo fornendo al corpo ciò di cui ha bisogno e rimuovendo ciò che lo ostacola.


Non si può guarire un corpo malato con una mente malata. La salute inizia nel cervello, nelle credenze e nei pensieri che scegliamo di nutrire ogni giorno. Integrare tecniche mentali, abitudini rigenerative e una nutrizione mirata crea un ambiente favorevole alla guarigione. Spesso le persone cercano la “pillola magica” o il trattamento miracoloso per risolvere i loro problemi, ma la vera guarigione avviene dall’interno verso l’esterno, attraverso la combinazione di mente, corpo e spirito. Chiunque affronti un percorso di recupero può iniziare oggi stesso adottando semplici pratiche per migliorare il proprio stato mentale. La mente è il motore della guarigione, e la chiave per trasformare la propria salute è riprendere il controllo della propria narrativa interiore.


Questa testimonianza è una delle più potenti che si possano ascoltare quando si parla di guarigione profonda. Perché ci ricorda che non siamo solo un corpo da riparare, ma un sistema integrato fatto di pensieri, emozioni, esperienze, convinzioni e scelte quotidiane. Puoi seguire la dieta perfetta, avere accesso ai migliori integratori, fare le terapie più avanzate… ma se dentro di te coltivi paura, disperazione, sfiducia, rassegnazione, allora il tuo corpo recepirà quel messaggio. In pratica, il messaggio sarà: “Non valgo la pena di guarire”. Al contrario, se inizi anche solo a visualizzare una versione di te più sana, se inizi a crederci, se colleghi a quell’immagine emozioni vere, come gioia, gratitudine, speranza, e costruisci una strategia, anche minima, per andare in quella direzione… il cervello cambia.


La fisiologia si adatta. Il sistema nervoso si calma. I geni si regolano diversamente. È il potere di quello che alcuni chiamano pIacebo, ma che in realtà è il potere del tuo sistema mente-corpo di rigenerarsi. Il corpo umano è progettato per guarire, ma ha bisogno di un via libera mentale, emotivo e spirituale. E a volte, quel via libera può arrivare solo quando tocchi il fondo. Quando perdi il controllo. Quando hai più paura che fiducia. Ma è proprio lì che puoi fare la scelta: “Io non rimango in questo stato. Io torno a me stesso.”


Questa è resilienza vera, quella che non si compra in farmacia, ma si allena giorno dopo giorno, con pazienza, con fede, con piccoli passi. La guarigione non è un fulmine a ciel sereno. È un processo quotidiano di ritorno alla verità del proprio corpo. Ed è fondamentale ricordarlo sempre. Anche se sei a terra, anche se ti dicono che non c’è speranza, anche se ti senti solo nel tuo dolore... Non sei rotto... non sei finito, sei in una fase del tuo viaggio e può cambiare. Puoi guarire, puoi tornare a vivere. Comincia da un pensiero nuovo, uno solo e lascia che si trasformi in realtà.


Ed è proprio questo che tante persone hanno dimenticato nel vivere moderno: la centralità dello scopo come radice della guarigione, dell’energia, della resilienza e persino dell’immunità. Quando non sai perché ti alzi la mattina, quando senti che la tua vita non ha direzione, il corpo lo percepisce. Lo recepisce come uno stato di minaccia sottile, costante. Non c’è più una forza trainante che dia coerenza a ogni tua scelta. E allora la stanchezza diventa cronica, il sistema nervoso resta in allerta, l’infiammazione si mantiene, il sonno peggiora. Si diventa vulnerabili, fisicamente, mentalmente, emotivamente.


Lo scopo, invece, dà ordine al caos. Fa sì che ogni sacrificio abbia un senso, ogni sintomo abbia un messaggio, ogni caduta diventi una lezione. Non è qualcosa che devi trovare come un tesoro perduto. Piuttosto, è qualcosa che si ricorda, che si coltiva, che si ascolta nel profondo, spesso proprio nei momenti più difficili. E quando lo riscopri, cambia tutto.


Puoi affrontare un’infezione debilitante, la perdita di una funzione, un dolore cronico, un trauma emotivo… e restare integro, ancorato, fiducioso. Perché sai che la tua vita ha un significato più grande della tua sofferenza. E allora, anche la guarigione non è più solo la scomparsa dei sintomi, ma un ritorno alla pienezza.


Ecco perché, quando si lavora su qualsiasi condizione, che sia intestinale, autoimmune, oncologica o altro, non basta solo lavorare su dieta e integratori. Serve anche lavorare sulle convinzioni che guidano il modo in cui ti vedi, le emozioni che trattieni o che non lasci esprimere, il senso di direzione che hai perso e puoi ritrovare. Perché la salute non è solo assenza di malattia. È pienezza di vita.


E questa pienezza, nella maggior parte dei casi, comincia con una domanda potente:

“Perché sono qui? Cosa posso offrire al mondo, anche nella mia fragilità?” Chi ha uno scopo non solo guarisce, si trasforma. E spesso, nel farlo, diventa una luce per gli altri. Ed è proprio questo il potere delle credenze. Non importa da dove parti, quanto sia difficile la tua infanzia, quante volte ti abbiano fatto sentire “non abbastanza”, “sbagliato”, “difettoso”. Se cambi la storia che racconti a te stesso, tutto può trasformarsi. Non è magia, è biologia applicata: la mente dirige il corpo, sempre.


La mente può essere rimodellata. Il cervello è plastico. Non importa se hai 20, 40 o 70 anni. Se hai vissuto una vita intera sotto il peso di una convinzione distruttiva, puoi cambiarla adesso. Perché non sei quella convinzione. Se pensi:

– "Non guarirò mai."

– "Non sono abbastanza."

– "Ho sbagliato troppo."

– "È tardi per me."


Sappi che non è una verità. È una storia. Una storia che hai interiorizzato da qualche esperienza, da qualcuno che forse ti amava, ma non sapeva far meglio. Il mio augurio che vi faccio oggi e ve lo scrivo parola per parola con la pienezza del mio sentire verso ognuno di voi è questo:


"Ti auguro di vincere sulla tua mente. Ti auguro di trovare uno scopo, anche piccolo, anche fragile, che però ti accenda dentro. Ti auguro di credere che non è finita finché respiri. Ti auguro di ricordare, nei giorni bui, che dentro di te c’è ancora una scintilla che non si è mai spenta. Che la tua storia non è ancora scritta tutta, e che puoi scegliere il prossimo capitolo. Ti auguro il coraggio di smettere di identificarti con il dolore, e iniziare a riconoscerti nel potenziale che porti. Ti auguro la forza di tornare a te. Anche se fa paura. Anche se sei stanco. Anche se hai dimenticato come si fa. Ti auguro di sentire, in un attimo di silenzio, che sei già sulla strada. Che ogni passo, anche incerto, è sacro. Ti auguro di diventare il guaritore di te stesso. Di scegliere pensieri che nutrono, parole che sollevano, gesti che onorano il tuo corpo come un tempio. Ti auguro di amare la tua fragilità come parte della tua forza. E soprattutto… Ti auguro di ricordare chi sei. Prima del trauma, prima della malattia, prima del dolore. Perché chi sei davvero… non è mai stato rotto. Solo dimenticato. Ma adesso è il momento di tornare. E riscrivere la tua vita, un respiro alla volta. Amen. O come preferisci chiamare il sacro. Ma dillo, senti....respira e ricomincia. Ti prego fallo...."


XO - Patrizia Coffaro


© Questo contenuto è frutto del mio lavoro, della mia ricerca e della mia esperienza professionale. È vietata qualsiasi forma di copia, riproduzione, rielaborazione o utilizzo non autorizzato. Ogni violazione del copyright verrà perseguita.

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